Possiamo dividere la motivazione per cui facciamo qualsiasi cosa in due macro gruppi: le cose che facciamo perché ci aspettiamo che gli effetti delle nostre azioni siano piacevoli e le cose che facciamo perché vogliamo evitare situazioni spiacevoli.
Facciamo due esempi legati alla vita di coppia.
Posso decidere di chiamare la mia ragazza perché mi fa piacere sentire la sua voce e chiacchierare con lei mi regala un momento di benessere. Oppure posso sentire il bisogno di chiamarla perché so che se non lo faccio poi dovrò spiegare perché non l’ho fatto e quasi sicuramente finiremo per litigare.
Nel primo caso cerco una gratificazione. Nel secondo cerco di evitare una situazione spiacevole. Nonostante il comportamento (chiamare la mia ragazza) sia lo stesso, il modo in cui lo vivo è molto diverso.
La motivazione sul lavoro
Sul lavoro valgono le stesse regole. Ci sono compiti che svolgo perché in questo modo ottengo una gratificazione: economica, un elogio o un avanzamento di carriera, la stima dei colleghi eccetera. Altri che nonostante siano uno strazio porto a termine perché altrimenti dovrei subire delle conseguenze negative: una critica, i rimproveri del capo, il mobbing dei colleghi, la pressione della tua famiglia eccetera.
La motiviazione sul lavoro non è mai di un solo tipo, entrambe le circostanze coesistono. Però è importante che la maggioranza delle attività nell’arco della tua giornata lavorativa siano di tipo positivo.
I rischi di lavorare solo per evitare situazioni spiacevoli
Quando la motivazione è molto sbilanciata sul versante negativo, la percezione del proprio lavoro è anchessa negativa.
Chi si trova in questa condizione vive nella costante paura di sbagliare perché la sua attenzione è rivolta esclusivamente verso gli scenari peggiori che riesce a immaginare.
La conseguenza è un progressivo abbassamento della voglia di lavorare che in poco tempo può portare a vivere qualsiasi frangente legato al lavoro come un obbligo.
Ci si sente come bloccati in una situazione sulla quale non abbiamo il pieno controllo.
Cercare gratificazione sul lavoro
Chi invece riesce a trarre beneficio e gratificazione dal suo lavoro, si reca in ufficio con un umore decisamente migliore.
L’idea di poter influire positivamente sulla propria vita attraverso le proprie azioni è indispensabile per aumentare l’autostima e godere di tutte le conseguenze positive di questo rinnovato ottimismo.
Si tratta di ottenere un controllo onesto sulle cose che ci competono senza dipendere dall’umore degli altri per la nostra felicità. Se lavoro bene otterrò qualcosa di buono indipendentemente dall’umore degli altri.
Il lavoro in questo modo non resta soltanto un mezzo per procacciarsi da vivere ma diventa anche terapeutico per l’umore.
Il rischio dell’eccessiva gratificazione
È molto importante che il lavoro, però, non sia l’unica fonte di soddisfazione della vita. Il rischio altrimenti è di ammalarsi di lavoro.
L’unica cosa che mi dà piacere è lavorare quindi lavoro è basta.
In questo caso, se viene a mancare quella fonte di benessere, non resta nient’altro a cui aggrapparsi per costruirsi una felicità.